Siamo Infermieri!

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Riflessioni Staff Infermieristico Zona Distretto

Ospedale San Donato primavera 2020. Una serie di telefonate da parte del Dirigente infermieristico: “abbiamo bisogno di una mano, sei disponibile?”. La mattina successiva ci siamo ritrovati in un nuovo ambiente, corridoi vuoti, silenziosi, tanti lavoravano da casa, servizi interrotti.
Ci guardavamo negli occhi, solo quelli non coperti, ma comunicavano già tanto… Un gruppo che non aveva mai lavorato insieme da subito si è coeso costruendo una grande collaborazione.
Inizialmente le richieste per i tamponi arrivavano attraverso le mail poi successivamente attraverso la piattaforma Gecov che divenne il nostro punto di riferimento. Passavamo 12 ore al giorno a scaricare e stampare le richieste per drive e domicilio, etichette da fare, persone da chiamare, era un’approssimativa cabina di regia, un dietro le quinte che costruiva la scenografia su cui coordinare le attività sul campo dei nostri colleghi definiti “eroi”. Non avevano armature ma tute, maschere, visiere e guanti.
Da subito si sono presentate le prime criticità quali gestire i tamponi domiciliari, ottimizzare l’uso del poco quantitativo di tute a disposizione e lo scarseggiare dei mezzi di trasporto. Successivamente iniziammo ad organizzare i primi Drive Through a livello pionieristico cercando di trovare gli spazi, contattando tutti gli utenti e definendo l’algoritmo di chiamata secondo le procedure, le indicazioni aziendali e le ordinanze in continuo aggiornamento.
Telefonicamente ci accorgemmo di come il paese fosse sommerso e accomunato da emozioni quali la paura dell’abbandono, della morte, dell’incertezza, sentivamo nostro dovere rassicurarli e proporre loro soluzioni e consigli.
Le sfide più grandi per noi sono state gestire “la relazione”, il vissuto emotivo degli utenti e dei colleghi esposti a rischio di infezione, i turni di lavoro intensi e soprattutto far divenire tutto ciò la quotidianità.
In seguito fu creata una rete di comunicazione e collaborazione anche con altri servizi di zone diverse: il Servizio di prevenzione, le USCA, il laboratorio, la Centrale Covid, l’MMG, i pediatri, il comparto amministrativo ed i volontari. Con molte di queste persone avevamo creato una sorta di legame telefonico.
Con i primi screening nelle strutture sanitarie territoriali scoprimmo quanto vasto e complesso fosse il nostro territorio aretino e quanto fossimo dediti e attenti all’assistenza soprattutto dei soggetti fragili. Prezioso fu il confronto con tutti i referenti di struttura per organizzare la formazione del personale, dare e darsi supporto e uniformare gli approcci.
Progressivamente il sistema informatico-tecnologico regionale ha migliorato la propria organizzazione divenendo di grande sostegno sia al cittadino sia ai professionisti.
Attualmente il nostro modo di lavorare si è modificato, utilizziamo portali regionali che ci supportano nella gestione e nella programmazione dei percorsi sia delle vaccinazioni che dei tamponi.
Abbiamo vissuto condizioni organizzative, relazionali, psicologiche che hanno sicuramente rappresentato una fonte di grande stress, ma il senso di appartenenza e il desiderio di dare il nostro supporto in un momento così particolare ci ha accompagnato in questi due anni.
Ci siamo e ci prendiamo cura dell’utente, ci impegniamo a risolvere le criticità, individuiamo percorsi per i pazienti, tutto ciò per garantire qualità e sicurezza delle cure, dell’assistenza e del servizio.
Siamo un anello di una grande catena, dove ognuno dipende dall’altro in una forte sinergia tra la Dirigenza e i professionisti in prima linea.
Siamo infermieri e nel nostro lavoro ci mettiamo testa, cuore ed anima.

 

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